Il mondo dei cannabinoidi sta vivendo una vera e propria rivoluzione, e al centro di questa trasformazione troviamo il CBG (cannabigerolo), un composto che gli esperti hanno soprannominato “la madre di tutti i cannabinoidi”. Ma perché questo appellativo così significativo? La risposta si nasconde nella straordinaria natura di questa molecola e nel suo ruolo fondamentale all’interno della pianta di cannabis.
Il CBG non è solo un altro cannabinoide: è il punto di partenza, la molecola originaria da cui nascono tutti gli altri cannabinoidi che conosciamo. Durante le prime fasi di crescita della cannabis, la pianta produce CBGA (acido cannabigerolico), che si accumula nei tricomi, quelle piccole ghiandole cristalline che ricoprono i fiori. È proprio da questa forma acida che, attraverso processi enzimatici naturali, si sviluppano i cannabinoidi più noti come THC, CBD e CBC.

CBG: Un Composto Raro ma Prezioso
Nelle piante di cannabis mature, il CBG è presente in quantità molto ridotte, tipicamente meno dell’1%. Questo perché la maggior parte del CBGA viene convertita negli altri cannabinoidi durante la maturazione della pianta. È come se la natura utilizzasse il CBG come materia prima per creare l’intera famiglia dei cannabinoidi, lasciandone solo tracce nella pianta adulta.
Tuttavia, la scienza ha fatto passi da gigante. Recenti programmi di breeding hanno sviluppato varietà speciali di cannabis, come la francese Santhica o l’italiana Gerona, capaci di produrre concentrazioni di CBG fino al 8-15%, mantenendo al contempo livelli quasi nulli di THC. Questo breakthrough genetico ha reso il CBG più accessibile rispetto al passato, quando era considerato un composto raro e costoso da estrarre.
Dal punto di vista biochimico, il processo è affascinante: il CBG si trova inizialmente nella pianta come CBGA (forma acida) e solo attraverso l’esposizione al calore (processo chiamato decarbossilazione) si trasforma in CBG neutro, lo stesso processo che converte THCA in THC e CBDA in CBD.
È come una danza molecolare perfettamente orchestrata dalla natura.
Perché il CBG sta attirando tanta attenzione?
L’interesse crescente verso il CBG non è casuale. A differenza del THC, il CBG non è psicoattivo, quindi non provoca effetti inebrianti. Questo lo rende particolarmente interessante per chi cerca i benefici terapeutici della cannabis senza gli effetti psicoattivi. Inoltre, le ricerche preliminari stanno rivelando un profilo di proprietà uniche che lo distinguono dagli altri cannabinoidi.

Differenze tra CBG, CBD e THC
Quando parliamo di cannabinoidi, è fondamentale comprendere le differenze tra CBG, CBD e THC. Sebbene appartengano alla stessa famiglia di composti, ciascuno ha caratteristiche ed effetti distintivi che li rendono unici.
Effetti psicoattivi: la prima grande differenza
La distinzione più immediata riguarda gli effetti psicotropi. Il THC è il cannabinoide responsabile degli effetti psicoattivi della cannabis, quello che causa il famoso “high”.
Al contrario, sia il CBG che il CBD non sono psicoattivi: non alterano lo stato di coscienza e non provocano effetti inebrianti. Questa caratteristica li rende particolarmente interessanti per chi cerca i benefici terapeutici della cannabis senza effetti collaterali indesiderati.
Come interagiscono con il nostro corpo?
- THC: Si lega direttamente ai recettori CB1 nel cervello, causando effetti neurologici marcati come alterazioni sensoriali e aumento dell’appetito.
- CBD: Ha un approccio più indiretto. Invece di attivare direttamente i recettori CB1/CB2, modula il sistema endocannabinoide aumentando i livelli naturali di endocannabinoidi e interagendo con altri recettori, come quelli della serotonina.
- CBG: Presenta un profilo unico. È un debole agonista parziale dei recettori CB1 e CB2, attivandoli leggermente senza provocare una stimolazione completa. Inoltre, interagisce con recettori non-cannabinoidi, come il recettore della serotonina 5-HT1A e i recettori GABA-A.

Il ruolo del CBG nella pianta
Il CBG ha un ruolo particolare nella pianta: è il precursore da cui si sviluppano gli altri cannabinoidi.
Nelle varietà comuni di cannabis, la maggior parte del CBGA si converte in CBDA o THCA durante la maturazione, lasciando solo tracce di CBG nella pianta adulta. Per questo motivo, il CBG è stato storicamente più raro e costoso da ottenere rispetto al CBD o al THC.
Interazioni reciproche: l’effetto entourage
Un aspetto affascinante è come questi cannabinoidi interagiscono tra loro. Per esempio:
- Il CBD è noto per mitigare alcuni effetti del THC, riducendo potenziali effetti collaterali come ansia o tachicardia
- Il CBG, invece, non sembra interferire con gli effetti del THC allo stesso modo
- La combinazione di più cannabinoidi può generare il cosiddetto “effetto entourage“, dove i composti lavorano in sinergia per amplificare i benefici terapeutici
In conclusione, mentre il THC resta il cannabinoide psicoattivo per eccellenza, CBD e CBG rappresentano alternative non-psicoattive con profili d’azione distinti.
I potenziali benefici del CBG secondo la scienza
Negli ultimi anni, il CBG ha catturato l’attenzione della comunità scientifica per il suo notevole potenziale terapeutico. Sebbene molte ricerche siano ancora in fase preliminare, i risultati finora ottenuti sono decisamente promettenti.
Proprietà Antinfiammatorie
Il CBG ha dimostrato potenti effetti antinfiammatori, particolarmente evidenti in studi su infiammazioni intestinali. La ricerca italiana ha rivelato che il CBG può ridurre significativamente l’infiammazione nel colon, diminuendo la produzione di ossido nitrico e lo stress ossidativo. Questi risultati suggeriscono potenziali applicazioni per:
- Malattie infiammatorie intestinali (colite ulcerosa, morbo di Crohn)
- Condizioni infiammatorie sistemiche
- Problemi dermatologici come la psoriasi
Effetti Analgesici
Il CBG mostra promettenti proprietà antidolorifiche, specialmente per:
- Dolore neuropatico
- Dolore infiammatorio cronico
- Nevralgie
Il suo meccanismo d’azione coinvolge l’attivazione dei recettori α2-adrenergici e cannabinoidi CB1/CB2, offrendo un’alternativa non psicoattiva agli antidolorifici tradizionali.
Gestione di Ansia e Stress
Studi clinici recenti (2024) hanno evidenziato che il CBG può:
- Ridurre significativamente i livelli di ansia
- Migliorare la gestione dello stress
- Potenziare la memoria verbale
- Non causare effetti collaterali significativi
Proprietà Neuroprotettive
La ricerca ha evidenziato potenziali benefici in:
- Malattia di Huntington
- Parkinson
- Sclerosi multipla
- Lesioni spinali: il CBG sembra proteggere i neuroni e migliorare i sintomi motori attraverso la modulazione della risposta infiammatoria nel sistema nervoso.
Attività Antibatterica
Il CBG sta emergendo come potente agente antibatterico, particolarmente efficace contro:
- Stafilococco aureo resistente alla meticillina (MRSA)
- Altri batteri resistenti agli antibiotici
- Questa scoperta è particolarmente significativa nell’era della resistenza agli antibiotici.
Altri Effetti Promettenti
- Stimolazione dell’appetito
- Potenziali effetti anticancerogeni (in studi in vitro)
- Riduzione della pressione intraoculare (utile per il glaucoma)
È importante sottolineare che molti di questi studi sono ancora in fase preliminare o condotti su modelli animali. Servono ulteriori ricerche cliniche sull’uomo per confermare questi benefici. Tuttavia, il profilo di sicurezza favorevole del CBG e i risultati incoraggianti finora ottenuti giustificano l’ottimismo della comunità scientifica.