In Italia, il business della cannabis light sta vivendo un momento decisamente non facile.
Dal 22 settembre 2023, con il decreto firmato dal ministro della Salute Orazio Schillaci (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 agosto) il CBD è classificato come sostanza stupefacente e può essere acquistato solo in farmacia su prescrizione medica.
I negozi non possono più vendere “prodotti da ingerire” a base di CBD, mentre è ancora possibile acquistare cannabis light da fumare (almeno per il momento).
Aggiornamento:
Il decreto del ministro della Salute Orazio Schillaci è stato sospeso dal Tar del Lazio con una sentenza del 20 ottobre 2023. La sentenza ha sospeso l’efficacia del decreto fino al 24 ottobre 2023, dando al governo il tempo di presentare un ricorso. Il governo non ha presentato ricorso contro la sentenza del Tar del Lazio, quindi il decreto è rimasto sospeso.
Il 26 ottobre il Tar del Lazio con un’ordinanza ha confermato la sospensione del decreto.
L’udienza di merito è programmata per il 16 gennaio 2024.
Ciò significa che il CBD è ancora legale in Italia e può essere venduto senza prescrizione medica, e i prodotti orali contenenti cannabis light sono autorizzati.
Come prevedibile questa decisione inaspettata ha generato reazioni contrastanti ed ha suscitato la protesta dei leader anti-proibizionisti come il deputato Riccardo Magi, che ha espresso il suo dissenso in modo netto: “L’idiozia proibizionista non conosce limiti. Da oggi in Italia sarà vietata la vendita libera di alcuni prodotti a base di Cbd, come oli e cibi, che potranno essere acquistati solo in farmacia. E per produrli serviranno autorizzazioni sanitarie specifiche. Peccato solo che il Cbd non è una sostanza stupefacente – ha aggiunto il segretario di + Europa – ciò che è davvero stupefacente è che il governo Meloni vieta una sostanza che ha gli stessi effetti di una camomilla e la spaccia per guerra alla droga“.
Certo è che l’industria della canapa italiana, valutata a 150 milioni di euro all’anno e che coinvolge circa 12.000 persone, è stata minacciata duramente.
Canapuana: l’Unione fa la Forza
Canapuana è attiva da qualche anno nell’ambito della filiera della canapa e sta attualmente sviluppando un importante progetto che si propone di diffondere la cultura della canapa, con il fine di realizzare una rete di rapporti tra imprese, enti e persone fisiche su tutto il territorio italiano che possa consentire lo sviluppo di sinergie tra numerose imprese, enti e perone fisiche con vantaggi sia in termini economici che di ecosostenibilità derivanti dalla coltivazione, lavorazione, fornitura di servizi e dal commercio dei numerosi prodotti derivati dalla stessa pianta di canapa.
Negli ultimi decenni l’Italia è stata trascinata giù a forza dal più alto gradino del podio della eccellenza di canapa e derivati proprio da quei Paesi che ora vantano il primato nello stesso mercato.
Le strategie messe in atto sin qui al fine di difendere e rilanciare il mercato della canapa in Italia sono
state, a nostro parere, insufficienti. Occorre adottare un approccio al problema completamente
diverso, al fine di mettere le autorità e le forze lobbistiche proibizioniste nella impossibilità giuridica e
materiale di nuocere vieppiù alla nostra economia.
Ci piacerebbe avere la possibilità di incontrare le Vostre esperienze, idee, imprese al fine di avere
delle manifestazioni di interesse sul tema e sull’idea di CULTURA E TRADIZIONE DELLA CANAPA IN ITALIA
e potervi illustrare nel dettaglio il progetto e porre le eventuali basi, se lo riterrete di Vostro interesse,
per una fattiva collaborazione in uno qualsiasi dei settori di attività appartenenti alla filiera della
canapa.
Potete scaricare e diffondere la nostra proposta di collaborazione cliccando su questo link o sull’immagine.
Per ulteriori informazioni: adesioni@canapuana.com