La coltivazione della cannabis e il suo consumo hanno accompagnato l’uomo per millenni.
Dopo decenni di proibizionismo ignorante e infondato, oggi l’approfondimento degli studi su questa pianta si sta intensificando, aprendo scenari sorprendenti soprattutto per i benefici della Canapa Sativa sulla salute dell’uomo.
Il merito risiede tutto nella sua versatilità di utilizzo e dalla sua sostenibilità ambientale – particolarmente importante in tempi di pesanti criticità ambientali e climatiche.
Le ricerche scientifiche più importanti sulla Canapa Sativa
Il mondo medico ha mostrato enorme interesse scientifico per le proprietà salutistiche della Canapa Sativa ed evidenziato il conseguente impiego in ambito medicinale – anche se poi in alcuni Paesi non è corrisposta una adeguata apertura delle legislazioni.
L’importanza dei componenti chimici caratteristici della canapa è ampiamente nota per il contenuto dei numerosi metaboliti (tra i quali fitocannabinoidi, terpeni e composti fenolici).
Tra le oltre quattrocento sostanze chimiche contenute nella Canapa, è noto che il THC può avere effetti molto significativi sull’organismo umano e fino ad oggi si pensava che questa fosse la sostanza più attiva prodotta dalla pianta.
Ma di recente un team di ricercatori italiani ha annunciato i risultati degli ultimi studi effettuati sui benefici della Canapa Sativa, ancora in via di approfondimento: la fondamentale novità consiste nella scoperta di due nuove sostanze cannabinoidi in essa contenute, e fino ad oggi non conosciute, dai sorprendenti possibili impieghi in ambito terapeutico.
Questo studio, pubblicato su Scientific Reports, ha infatti evidenziato l’esistenza del Tetraidrocannabiforolo – o THCP – e il Cannabidiforolo – o CBDP.
Le ricerche hanno dimostrato che il CBDP risulta molto simile al Cannabidiolo – o CBD – e cioè la celebre sostanza con effetti rilassanti, in grado di favorire il sonno e contrastare ansia e depressione, ed ipotizzano che il THCP risulti almeno trenta volte più potente del THC.
La scoperta è il risultato di esperimenti effettuati iniettando basse dosi di THCP su cavie e i ricercatori precisano che gli effetti psicoattivi sull’organismo umano sono tutti da dimostrare, ma sono sicuri nell’affermare che il THCP sicuramente è più potente del THC.
I ricercatori hanno accertato che le quantità di THCP e di CBDP nelle piante sono relativamente basse, ma possono variare in relazione al tipo di pianta e gli ulteriori studi stanno indagando proprio su questi aspetti.
Questa scoperta, oltre ad aprire nuove prospettive nell’uso terapeutico della Canapa Sativa, potrebbe spiegare come mai vi siano spesso effetti anche molto diversi sugli individui nell’impiego della stessa e potrebbe chiarire meglio anche l’utilizzo medicinale del THC.
Gli studi, come evidenziato, sono ancora in corso e, purtroppo, potrebbero essere rallentati dal fatto che in alcuni Paesi questa sostanza è considerata illegale, nonostante la scientificità della sua utilità terapeutica sia ampiamente dimostrata.
Gli effetti della Canapa Sativa sull’uomo
La letteratura scientifica, come si è detto, ha evidenziato da tempo che le sostanze benefiche contenute nella Canapa Sativa non si limitano ai due ben noti composti biologicamente attivi – THC e CBD – ma che ve ne sono parecchie altre, ad oggi ancora oggetti di studio, che promettono di ampliare l’ambito di impiego terapeutico già importante.
Da anni infatti la scienza riconosce alla canapa una funzione fondamentale nella terapia di trattamento del dolore. Il Prof. Francesco Schittulli, senologo, chirurgo oncologo, presidente nazionale della LILT – Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori – ha autorevolmente illustrato come da questi studi siano nati i farmaci cannabinoidi utilizzati sia nella malattia oncologica, sia nella sclerosi multipla e nella fibromialgia.
E’ dimostrata la capacità della Canapa di ridurre la nausea, l’infiammazione e l’ansia: la diminuzione dell’intensità del dolore e il rilassamento nell’organismo consentono una migliore tollerabilità delle cure e una maggiore efficacia delle stesse.
Tali indiscussi benefici sul rilassamento e sull’effetto antiossidante sono propedeutici agli ulteriori studi, tuttora in corso, per quanto concerne la funzione antitumorale dell’olio derivato dalla Canapa.
Negli esperimenti condotti su cavie si sono evidenziati risultati positivi in alcune forme di cancro: il meccanismo con cui agisce il cannabinoide provoca il rallentamento della proliferazione delle cellule tumorali e costituisce un efficace ostacolo alla formazione dei vasi sanguigni che nutrono il tumore stesso. In particolare questi effetti si sono manifestati nei casi di cancro al fegato e al pancreas, oltre che nei tumori cerebrali e perfino in casi di malattia oncologica a stadio avanzato.
Come sottolineato sempre dal professor Schittulli, la terapia a base di cannabinoidi deve essere personalizzata poiché non tutti gli organismi reagiscono allo stesso modo alla medesima dose della stessa sostanza: “il trattamento va individualizzato, adattato alla persona e alla sua psicologia”.
Per secoli la Canapa Sativa è stata utilizzata per curare il dolore cronico
Oggi evidenze cliniche sottolineano la sua efficacia nel trattamento della rigidità muscolare, nella spasticità e nel dolore neuropatico – in particolare nelle neuropatie diabetiche e in quelle periferiche – e perfino nell’incontinenza della vescica. Proprio questo argomento è stato trattato approfonditamente dal professor Luongo in Dolore ed endocannabinoidi: parola al neurofarmacologo.
Il particolare non secondario che gli studi sottolineano consiste nella sostanziale assenza di effetti collaterali in seguito alla somministrazione di queste sostanze.
Un componente minore, ma altrettanto interessante, della Canapa è il Cannabigerolo – o CBG – che mostra proprietà analgesiche contro il dolore infiammatorio poiché aumenta in maniera sinergica gli effetti antidolorifici del THC. E le stesse proprietà sono state riscontrate nel Cannabicromene – o CBC .
Tra i benefici effetti medicinali della Canapa va ricordata la capacità di contrastare nausea e vomito, nella stimolazione dell’appetito e nella regolazione del peso – determinante nei pazienti oncologici, o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa – nell’effetto ipotensivo in caso di glaucoma e nelle proprietà neuroprotettive sulla retina.
Restando fondamentale la funzione della Canapa nella terapia delle patologie neurodegenerative – Sclerosi Multipla, Alzheimer, Parkinson, Huntington, Sclerosi Laterale Amiotrofica – ad essa va aggiunta l’efficacia nel trattamento dell’Epilessia, nelle patologie oculari, nella Psoriasi, nelle patologie cardiovascolari e in quelle metaboliche, nelle patologie ossee – sembra provato che migliori la guarigione delle fratture – nei disturbi del sonno e in tutte le patologie psichiatriche.
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